Nucleare: l’Italia riparte

In Italia si torna a parlare – con maggiore frequenza e concretezza – di nucleare. Per il Governo del nostro Paese i tempi sono ormai maturi e non è più pensabile rimandare gli investimenti in questo settore, alla luce delle crisi enegetiche sempre più ricorrenti.

Cruciale sarà quella del 21 settembre:per quel giorno il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica,Gilberto Pichetto Fratin ha convocato la prima riunione della “Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile”. A prendere parte all’incontro, diversi enti e istituzioni che avario titolo si occupano di energia nucleare, sicurezza e rifiuti radioattivi.

Si tratta della scelta di rendere palese quello che deve essere un impegno dello Stato sulla ricerca, la sperimentazione e l’implementazione della conoscenza che abbiamo già nel settore del nucleare  – ha anticipato il ministro al Forum Ambrosetti tenutosi a Cernobbio – e coinvolge molti attori pubblici che hanno mantenuto questa conoscenza a partire da Enea e le nostre grandi imprese.

L’obiettivo è quello di puntare allo sviluppo di tecnologie più sicure a basso impatto ambientale, come riferisce l’esecutivo.

“Siamo impegnati sulla fusione nella sperimentazione con diversi accordi a livello internazionale e poniamo il massimo della attenzione alla fissione di quarta generazione, che significa anche la valutazione degli small reactorche nell’arco di dieci anni potranno essere una opportunità per il Paese” ha aggiunto Fratin.

Sulla dibattuta questione è intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che già lo scorso luglio aveva annunciato di essere a favore di un ritorno al referendum sul nucleare.

Nel corso di un suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio Salvini ha ribadito l’urgenza di accelerare in questo settore.

In 10 anni conto che la prima produzione derivante da nucleare potrà essere questo governo a inaugurarla. – ha commentato – Siamo tra i pochissimi Paesi al mondo ad aver detto di no, ma io ritengo che l’Italia debba, entro quest’anno, riavviare la propria partecipazione al nucleare. L’Italia non se ne può chiamare fuori conto che entro il 2023 questo governo abbia la forza di spiegare agli italiani perché, nel nome della neutralità tecnologica, non possiamo dire di no a nessuna fonte energetica.

Rosita Cipolla

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